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Il XIV degli atti congressuali pubblicati dall'Accademia Filarmonica di Bologna porta un titolo che va letto, come dire? Incrociato: cioè tratta un musicista francese come Hector Berlioz nelle sue presenze italiane e un poeta antico come Virgilio nelle sue moderne "versioni" musicali. Berlioz non amava il melodramma italiano suo contemporaneo, ma amava usi, costumi, melodie, forme di musicalità della gente d'Italia. Il volume tocca comunque Rossini, Paganini, Verdi, fino a Toscanini e alle sorti bolognesi dell'autore della Sinfonia fantastica. Compose anche dei superbi Troyens, Berlioz, amando sommamente l'Eneide. Di qui un'altra metà del volume, che insegue Enea e Didone, Cavalli e Sarti, addirittura Mantegna e Guercino, ritornando al poema virgiliano stesso per indagarne l'intrinseca musicalità del verso.